25 agosto 1975: 50 ANNI di BORN TO RUN (Bruce Springsteen album)

A tutti gli effetti, il terzo album di Bruce Springsteen, Born To Run, è il più grande disco rock n’ roll mai creato. Pubblicato il 25 agosto del 1975, Born To Run è uno dei dischi più essenziali, vitali e sorprendenti mai creati. A delineare la stragrande maggioranza dell’opera di Springsteen sono il dolore e la sofferenza, e sebbene questo album racchiuda entrambi, suona così glorioso; è difficile non sentirsi allegri ascoltandolo. Born To Run è stato il momento decisivo in cui Bruce Springsteen ha alzato la posta in gioco e ha deciso di essere più di un artista regionale con un seguito di culto. Dopo aver scritto e registrato due album di nicchia che mostravano stili diversi, Springsteen si è impuntato per creare un album che non fosse solo snello e più accessibile, ma si è prefissato di realizzare il più grande disco rock n’ roll di sempre. Possiamo felicemente dire che non solo ci è riuscito, ma lo ha fatto in modo incredibile.

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40 anni fa: 21 Giugno 1985 Bruce Springsteen & The E Street Band per la prima volta a SAN SIRO

Sono passati 40 anni dall’epifania di quel giorno: era  il 21 giugno 1985 a San Siro quando Bruce con la E Street Band salì per la prima volta su un palco italiano. Tra pochi giorni sarà con noi un’altra volta e in quello stesso stadio. Oggi le cose in cui credevamo sono ancora vive e, anzi, lo attendiamo con maggiore trepidazione di allora. Sì perché nel frattempo siamo cresciuti con lui e abbiamo rinsaldato, anno dopo anno, una grande storia d’amore: quella tra Bruce e l’Italia. Riviviamo attraverso quanto segue l’emozione di quel giorno per prepararci a vivere la prossima!

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Bruce Springsteen – 9 ottobre 1987: esce “Tunnel Of Love”

A seguire si riporta un estratto da P. Jappelli, G. Scognamiglio, la Grande Storia di Bruce Springsteen, Hoepli, Milano 2024

Il 9 ottobre 1987 uscì Tunnel Of Love, capolavoro lirico di trasparenza e umanità, uno dei capitoli più intimi della sua ampia discografia, che ancora una volta spiazzò tutti. Quanto l’album sia autobiografico, o un letterario artificio di psicanalisi per comprendere la crisi di un rapporto amoroso che cominciava a incrinarsi, o anche un ridimensionamento istintivo del successo nel tentativo di proteggere la propria integrità di uomo con i piedi saldi a terra, poco importa: resta uno degli album che meglio tratteggia lo Springsteen uomo – o semplicemente un uomo – quasi inerme davanti al tunnel delle sue paure. Leggi tutto “Bruce Springsteen – 9 ottobre 1987: esce “Tunnel Of Love””

2 Giugno 1978 – Darkness on the Edge of Town

Accadde oggi!

Darkness on the Edge of Town è il quarto album di Bruce Springsteen, uscito il 2 giugno dl 1978.

“All’epoca scrivevo con un obiettivo preciso in testa e prestavo molta attenzione ad ogni singolo dettaglio compositivo; mettevo insieme un disco solo nel momento in cui mi rendevo conto di avere un certo numero di pezzi che guardavano tutti nella stessa direzione ed erano animati da una certa coesione». Con questo obiettivo, e dopo una lunga e articolata storia di scelte e ripensamenti (Cfr. P. Jappelli e G. Scognamiglio, La Grande Storia di Bruce Springsteen, Hoepli, Milano 2024), per questo nuovo lavoro, dei circa trenta pezzi registrati, furono scelti i dieci brani più intensi e coerenti, escludendo tutto ciò che poteva sviare dalla tensione dell’album. Ne uscì fuori una struttura straordinariamente simmetrica, dove le due cinquine che compongono i lati del LP seguono una sequenza che esalta l’idea di coesione che stava alla base dell’album: Badlands da un lato e The Promised Land dall’altro vedono i protagonisti affrontare le avversità trovando la forza nella possibilità di riscatto. Adam Raised A Cain e Factory hanno in comune il rapporto – conflittuale e di debito – con la figura paterna. Something In The Night e Streets Of Fire narrano di chi non riesce a scorgere neanche più uno spiraglio di speranza e si sente sconfitto. Candy’s Room e Prove ItAll Night cercano la forza nell’amore mentre i protagonisti di Racing In The Street e Darkness On The Edge Of Town, entrambi piloti di auto, sono pronti a spingersi al limite, correndo pericolosamente sulle strade, per fare i conti con se stessi e i propri errori. Con un titolo che allude agli angoli invisibili della vita – che siano difficili da scorgere o che tu scelga di non vedere- i testi di Darkness esprimono una poetica nobile senza essere intellettuale e diretta senza essere semplicistica. Dalle terre desolate alla Terra Promessa, Bruce attraversa il sogno americano mentre il suo cast di outsider, sognatori e silenziosi naufraghi brama la redenzione, la saggezza e la fuga.

La copertina, con gli scatti di Frank Stefanko, annuncia da subito un nuovo Springsteen: in una composizione decisamente scarna, in cui il titolo viene riprodotto con il carattere delle macchine da scrivere, Bruce è tutt’altro che la carismatica rockstar di Born To Run, ma piuttosto la versione punk di Al Pacino in Un pomeriggio di un giorno da cani, con capelli scompigliati e sguardo un po’ disorientato da “giovane tormentato”, cui fanno da sfondo una carta da parati vecchio stile e delle dozzinali veneziane. Dalle foto di copertina ai contenuti, Darkness è la dichiarazione di un uomo cambiato i cui ideali giovanili sono stati soppiantati dalla conoscenza faticosamente conquistata del mondo concreto. La realtà prende il posto del romanticismo della sua amata strada, la notte poetica e dannata dei suoi precedenti album lascia il posto all’oscurità che avvolge certe vite al limite, “dove i sogni vengono trovati e perduti, e in cui si è pronti a pagare il prezzo per ciò che si può trovare solo nel buio ai margini della città”. La folla di personaggi dei suoi primi album si è assottigliata: già ridotta a due figure – lui e la sua ragazza- in Born To Run, ora domina la desolata solitudine in Darkness in cui alcuni brani sono indirizzati a un generico “you” che rappresenta il suo pubblico, cui si racconta, si confessa o consiglia (in Badlands) di non perdere il tempo ad aspettare perché c’è sempre un prezzo da pagare.

A fronte della riduzione della comunità raccontata, c’è un’estensione delle coordinate geografiche: i riferimenti al New Jersey – a parte un veloce passaggio per la Kingsley Avenue di Asbury Park in Something In The Night – sono meno diretti a favore di set generici, più decontestualizzati, e ovunque ci sia qualcuno raggirato dalle menzogne o si senta il fischio di una fabbrica, ovunque aleggi la paura o “in ogni famiglia in cui un figlio erediti i peccati del padre.”  È ovvio che anche musicalmente i dieci brani riflettano un cambio di direzione nello stile compositivo: otto di loro durano meno di cinque minuti e dal punto di vista della produzione sembrano la versione scarnificata del sound alla Spector presente in Born To Run: ci sono poche concessioni ai singoli strumenti per eventuali assoli, i fraseggi si alternano, niente eco e riverbero e talvolta c’è spazio anche per il silenzio. Il tono vocale risulta più gutturale, profondo e meditativo, ma anche più rabbioso. Con Darkness, la sua musica inizia ad avere quelle implicazioni politiche e sociali che alimentano la sua reputazione come portavoce della classe operaia. «Mi sforzavo di esserne all’altezza, leggevo e studiavo per diventare un autore migliore e più credibile. […] Quasi tutto ciò che scrivo rappresenta un’autobiografia emotiva. Se vuoi che significhino qualcosa per il pubblico, devi creare canzoni che significano qualcosa per te. È la prova del nove, lo strumento per dimostrare che non stai scherzando».

Track_listing

Badlands
Adam Raised a Cain
Something in the Night
Candy’s Room
Racing in the Street
The Promised Land
Factory
Streets of Fire
Prove It All Night
Darkness on the Edge of Town

Personnel

According to the liner notes, and Margotin and Guesdon.

  • Bruce Springsteen – lead vocals, lead guitar; harmonica (6)

The E Street Band

  • Roy Bittan – piano; backing vocals (2)
  • Clarence Clemons – saxophone (1, 6, 9), percussion (1, 2, 5, 7, 10), backing vocals (1, 2)
  • Danny Federici – Hammond organ; glockenspiel (3, 4, 10), backing vocals (2)
  • Garry Tallent – bass guitar; backing vocals (2)
  • Steven Van Zandt – rhythm guitar; backing vocals (1–5, 7–9)
  • Max Weinberg – drums; backing vocals (2)

Technical

  • Bruce Springsteen – producer
  • Jon Landau – producer
  • Steven Van Zandt – assistant producer
  • Jimmy Iovine – engineer, mixing
  • Thom Panunzio – assistant engineer
  • Chuck Plotkin – mixing
  • Mike Reese – mastering
  • Frank Stefanko – photography

11 Novembre 1973 – The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle

accadde oggi!

Bruce Springsteen fece qualcosa nel 1973 che non avrebbe mai più realizzato nella sua carriera: pubblicare due album nello stesso anno solare. Il secondo LP di Bruce Springsteen, The Wild, Innocent & The E Street Shuffle, uscì l’11 novembre del 1973, ed è diverso da qualsiasi altra cosa abbia scritto o registrato prima di allora. È un disco a sé stante nel suo catalogo, pieno di riff carichi di eco, sfacciata sicurezza e musica in gran parte bipolare. La rivista Rolling Stone lo classificò al numero 138 nella sua lista dei “500 migliori album di tutti i tempi” e se lo chiedete a molti fan sfegatati di Springsteen, lo indicheranno come il loro album preferito.

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Nightshift: da un successo dei Commodores, il nuovo singolo di Springsteen

 

Bruce Springsteen ha rilasciato il video di “Nightshift,” il secondo singolo dell’album di soul covers in arrivo l’11 novembre intitolato Only the Strong Survive

Qualche giorno fa, Bruce aveva pubblicato il primo singolo “Do I Love You (Indeed I Do)” e, come questo, anche il nuovo video è una performance live del Boss accompagnato da una numerosa band composta da suoi collaboratori di lunga data come Soozie Tyrell ( vocals) e Ed Manion (sassofono), oltre a altri eccellenti musicisti.

Scritta da Walter Orange membro dei Commodores con Dennis Lambert e Franne Golde, “Nightshift” è stata una Top 10 hit nel 1985 e la versione di Bruce è fedele all’originale. La canzone è un tributo a Marvin Gaye e Jackie Wilson, entrambi morti nel 1984. Di seguito il testo:

Marvin, he was a friend of mine
And he could sing his song
His heart in every line
Marvin sang of the joy and pain
He opened up our minds
And I still can hear him say
‘Oh, talk to me, so you can see, what’s goin’ on’
Say you will sing your songs for evermore, evermore

Jackie, hey what you doing now
It seems like yesterday when we were working out
Jackie, you set the world on fire
You came and gifted us
Your love, it lifted us higher and higher
Keep it up and we’ll be there at your side
Oh say you will, sing your songs for evermore


Secondo un comunicato stampa, “Only The Strong Survive sarà vedrà la voce ospite di Sam Moore, oltre a contributi di The E Street Horns, arrangiamenti per archi completi di Rob Mathes e cori di Soozie Tyrell, Lisa Lowell, Michelle Moore, Curtis  King Jr., Dennis Collins e Fonzi Thornton.  L’album è stato prodotto da Ron Aniello, progettato da Rob Lebret e produttore esecutivo da Jon Landau.

Ecco la versione di Springsteen e a seguire l’originale dei Commodores

 

 

Bruce Springsteen: il live ufficiale del mese è ″ ROMA 2006 – Seeger Sessions tour

Official concert recording available for purchase in multiple formats, including CD and high definition audio, from Springsteen’s official live download site at live.brucespringsteen.net.

Dal vivo Bruce Springsteen non ha rivali. Lo dimostrò anche nel concerto del 10 ottobre 2006 a Roma, ultima tappa del suo lungo tour italiano che, come molti ricorderanno, fu assai diverso da quelli tenuti durante la sua lunga carriera che gli erano valsi il riconoscimento di simbolo del rock’n’roll. Come lui stesso ebbe modo di raccontare, l’atmosfera che portava sul palco in quel tour del 2006 era quella delle feste di campagna, la stessa che pervadeva “We Shall Overcome”, il suo album in cui rendeva omaggio alla musica di Pete Seeger.

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FREEZE-OUT: le amare riflessioni di Backstreets.com

Sulla questione dei prezzi dei biglietti e sul malato sistema adottato da Ticketmaster si stanno confrontando tutto il popolo di fan e i principali siti springsteeniani. Vogliamo riportare a tal proposito la traduzione dell’articolo pubblicato da Backstreets.com che ci sembra interessante condividere su queste pagine. Molti interrogativi e nessuna risposta ancora.  Tuttavia… in Bruce we still trust, e restiamo in fiduciosa attesa.

FREEZE-OUT
Lord won’t you tell us, tell us what does it mean?

Sono le quattro del mattino e piove. Ci sentiamo vecchi ascoltando le grida dei fan che si sono sentiti traditi dalla vendita dei biglietti della scorsa settimana e ricordando come le cose fossero diverse dieci anni fa. Poiché conosciamo il nostro pubblico, i fan e ci consideriamo dei loro, non è necessario ricapitolare ora ciò che è accaduto mercoledì, quando le prevendite di Ticketmaster negli Stati Uniti per il Tour 2023 hanno lasciato molti fan di Bruce Springsteen in uno stato di scioccata incredulità. […] Chiamiamolo come vogliamo: prezzi di mercato, prezzi dinamici, prezzi in aumento, prezzi Platinum. Basta non chiamarlo The New Normal. Per favore.

Dal nostro punto di vista, questo cosiddetto modello premium, basato su algoritmi, viola un contratto implicito tra Bruce Springsteen e i suoi fan, in cui il fattore “pubblico” dell’equazione sembrava davvero importante, anzi era fondamentale. […] La scorsa settimana, troppi fan di Springsteen sono stati gettati in pasto ai lupi, scalzati via in un modo che appare tanto insondabile quanto evitabile. L’artista ha sempre affermato di comprendere il ruolo essenziale del suo pubblico. Come siamo finiti, allora, di fronte a prezzi di biglietti, in troppi casi, che hanno superato la normalità, per poi discostarsi completamente dalla realtà per ordini di grandezza? Si potrebbe dare la colpa all’inflazione, al valore di mercato o a un numero qualsiasi di fattori; ma la risposta sarebbe che non può trattarsi di “forze di mercato” quando l’offerta è intenzionalmente offuscata, quindi manipolata dalla piattaforma di distribuzione. Ma dal nostro punto di vista, si riduce alla netta differenza tra dentro e fuori. Così, tanti fan che sono sempre andati agli spettacoli, che hanno sempre fatto parte di This Thing of Ours, ora non lo possono fare, non saranno dentro, saranno esclusi semplicemente perché non possono sostenere il prezzo per vedere il Boss. I biglietti per Bruce Springsteen sono sempre stati storicamente e notoriamente difficili da ottenere. Questa è la natura della bestia: tanti che vogliono assistere al potere e alla gloria del rock ‘n’ roll e relativamente pochi posti a disposizione. Ma il problema raramente era rappresentato dai soldi. Nel corso degli anni, ci sono stati sforzi continui e chiari fatti dallo staff di Springsteen per mantenere le cose eque e il più possibile incentrate sui fan, per sventare scalper, per assicurare ai frequentatori di concerti e al fan medio la migliore possibilità a un prezzo ragionevole, in un mondo in cui i bot corrono senza controllo e gli scalpers regolano il mercato. Per decenni, Springsteen ha mantenuto i prezzi dei suoi biglietti significativamente più bassi di quanto avrebbe imposto il mercato, il che sembrava in linea con il suo marchio, le sue filosofie dichiarate, la sua fede nella comunità e la sua chiara visione di cosa doveva essere un concerto, in cui per tre ore o giù di lì – e talvolta di più – lui e la band ci hanno dato un assaggio di un mondo migliore. La tenda sulla E Street è sempre stata grande, invitante e aperta, ma che ne è della domanda che [Bruce] ha iniziato a fare nel 2012… are we missing anybody? Dopo questa settimana, sembra che la risposta sia cambiata. Cosa dovevamo pensare quando una volta superata la coda mercoledì mattina abbiamo scoperto che i biglietti – prevendite, non rivendite – venivano venduti per migliaia di dollari? In passato, non importa quanto fosse difficile conquistarsi i biglietti, la persistenza dava i suoi frutti. Ora, a quanto pare, la persistenza non fa che aumentare i livelli dell’algoritmo. Sicuramente, molti di noi pensavano che questi prezzi di migliaia di dollari non fossero né voluti né previsti. Alcuni affermano che l’algoritmo sia andato fuori controllo: siamo sicuri che ci sia mai stato questo controllo? Non ci saremmo certo aspettati che Ticketmaster esitasse a far soldi, ma sicuramente, molti avrebbero sperato che Springsteen intervenisse a bloccarlo e chiedesse adeguamenti al sistema, se non una revisione, prima della vendita successiva. Ma venerdì si sono verificate le stesse cose, lasciando i fan ancora più increduli. Recentemente – per i biglietti europei del mese scorso – abbiamo visto Ticketmaster annullare una vendita quando le condizioni lo richiedevano e riprogrammare per il giorno successivo. Quindi, se questi prezzi non sono stati intenzionali, è difficile immaginare una buona ragione che non abbia impedito il ripetersi del problema per la seconda vendita, per non parlare di una terza. […] Variety riporta statistiche fornite da Ticketmaster con una serie di cifre che non tornano del tutto, anzi che anziché chiarire lasciano perplessi. Se non altro, i dati condivisi non dicono nulla a proposito dei  prezzi scandalosi dei biglietti che i fan hanno rifiutato con orrore, ma riportano solo cosa hanno venduto. Alla fine, questi numeri ci lasciano solo con più dubbi. Il più grande è: se non piove, perché ci stiamo bagnando? In un momento in cui avevamo bisogno di speranza e promesse – con il mondo in fiamme, dopo l’escalation di inganni, avidità, paura, isolamento, conflitti razziali, violenza, “fatti alternativi”, democrazia letteralmente minacciata e una pandemia globale in corso -, ci sentiamo ulteriormente disillusi, avviliti e scoraggiati. Ma gli ideali che la musica di Springsteen propone sono ancora vivi, vero? Sia nelle tracce che in concerto, ovunque risuonino quelle chitarre? Nel nostro spirito condiviso? Se non si può rispondere sì, anche se solo per poche ore ogni tanto, allora forse la magia è davvero solo un trucco. Springsteen è stato pagato con un riscatto da re, e non abbiamo mai commentato questo. Non la vendita di 500 milioni di dollari del lavoro della sua vita, che non ci ha turbato, non i prezzi di Broadway, non lo spot della Jeep. Crediamo nel valore della sua musica, del suo lavoro; altre transazioni e le arene in cui si svolgono non sono cose che ci riguardano. Quello che succede nelle reali arene fisiche, dove Springsteen e il suo pubblico si uniscono per creare qualcosa di più grande di tutti noi –  alla quale tutti devono poter accedere a un prezzo ragionevole – è qualcosa che vale la pena per cui combattere. Perché nel rock’n’roll, come ci hanno insegnato a credere, “uno più uno fa tre”. Lo fa ancora, vero?