Springsteen e Obama in lotta con i propri fantasmi nell’episodio 6 del podcast

E’ uscito il sesto episodio del podcast ‘Renegades: Born in the U.S.A.’ di Bruce Springsteen e Barack Obama. Stavolta la puntata si è articolata intorno al quesito, nient’affatto banale, sul significato dell’essere uomo, spesso confuso con la forza fisica, la repressione dei sentimenti, il successo definito principalmente da ciò che possiedi e la capacità di dominare piuttosto che associato alla capacità di amare e di prenderti cura degli altri. Springsteen ha raccontato: “L’arco della mia vita lavorativa è stato abbastanza divertente, perché sono stato al massimo della popolarità nel momento in cui la mia immagine mi somigliava poco: quella del maschio alfa”. Bruce e Obama iniziano dunque la loro riflessione partendo proprio da quei modelli distorti, trasmessi anche dai comportamenti dei loro rispettivi padri, con cui si sono necessariamente dovuti confrontare durante gran parte della loro vita.  

Nonostante questo, sia Bruce che Obama hanno intrapreso il loro percorso “nel tentativo di dimostrare il proprio valore a qualcuno che non c’è”. Bruce ha fatto ascoltare “My Father’s House” e ha parlato della depressione che ha segnato irrimediabilmente la vita di suo padre e di conseguenza la sua: «Mio padre era un tipo divertente ma c’era qualcosa nella sua malattia che lo portava a negare i suoi legami familiari. E ciò mi ha creato grandi problemi mentre crescevo, perché non riuscivo a stabilire un legame familiare. Si lamentava sempre che se non avesse avuto una famiglia avrebbe potuto accettare un certo lavoro e viaggiare, ma era un’occasione persa. E se ne restava seduto ogni notte davanti a quella confezione da sei birre  che rappresentava la sua risposta a tutto. Noi ci sentivamo in colpa. Quella è stata la mia immagine della essere uomo fino ai trenta anni circa, quando poi ho iniziato a elaborarla da solo. Poiché non riuscivo ad avere e mantenere una relazione, mi sentivo semplicemente impacciato nell’avere una donna accanto. Non riuscivo ad avere una vita con le indicazioni che mio padre mi aveva lasciato. […] Tutti i primi anni in cui sono stato con Patti ero molto ansioso. E non riuscivo a risolverlo. Così ho capito: “Ok, questi sono i segnali che ho ricevuto quando ero molto giovane, quello che una famiglia non ti rafforza, ti indebolisce, ti toglie l’opportunità. Ti toglie la virilità. […] E ho vissuto a lungo nella paura di quella neutralizzazione, il che comportava vivere senza l’amore, senza la compagnia, senza una casa. Solo, con la tua piccola borsa di vestiti, ti metti su quella strada e vaghi da un posto all’altro. […] Tutto il mio lavoro, tutto ciò a cui tengo, tutto ciò di cui ho scritto attinge dalla sua [di mio padre] storia di vita. Non necessariamente la mia. Anche, ma principalmente dalla sua. Ho capito di aver percorso molte strade che però non mi avevano portato dove volevo essere. Non credo di essere arrivato dove volevo essere come uomo fino a quando Patti non è entrata nella mia vita e mi ha insegnato alcune cose che avevo bisogno di imparare”. Continua Bruce “Ed è iniziata la mia fortuna. A 32 anni ho cominciato un percorso di analisi profonda. Non ho avuto figli fino ai 40 anni, quindi ho avuto otto anni per elaborare queste cose, e quello che ho scoperto su quell’archetipo è stato fottutamente distruttivo nella mia vita. Ha allontanato le persone a cui tenevo. Mi ha impedito di conoscere il mio vero io. E mi sono reso conto che se volevo continuare a seguire quella strada, sarei finito solo. Se vuoi accogliere le persone nella tua vita, è meglio che impari come farlo. E c’è solo un modo: devi aprire le porte. Quell’archetipo non lascia molto spazio, non ti consente di aprire quelle porte, perché quell’archetipo è un “uomo chiuso”. Il tuo sé interiore è per sempre segreto e sconosciuto, stoico, silenzioso, non rivela i suoi sentimenti. Devi sbarazzarti di tutta quella roba se vuoi qualcosa, se vuoi una condivisione, se vuoi una famiglia a cui dare il tipo di sostegno, educazione e spazio per crescere ed essere se stessi e trovare la propria piena vita».

Per ascoltare l’episodio n.6 “Wrestling With Ghosts” clicca QUI e per leggerne la trascrizione clicca QUI 

Per ascoltare l’episodio n.5 “Every Man For Himself: Money And The American Dream” clicca QUI e per leggerne la trascrizione clicca QUI

Per ascoltare l’episodio n.4 “The Loss Of Innocence” clicca QUI  e per leggerne  la trascrizione clicca QUI

Per ascoltare l’episodio n. 3 “Amazing Grace: American Music” cliccare QUI e per leggerne la trascrizione completa cliccare QUI

Per ascoltare l’episodio n. 2 “American Skin: Race in The United States” cliccare QUI e per leggerne la trascrizione completa cliccare QUI

Per ascoltare l’episodio n. 1: “Outsiders: An Unlikely Friendship” cliccare QUI e per leggerne la trascrizione completa cliccare QUI

Un commento su “Springsteen e Obama in lotta con i propri fantasmi nell’episodio 6 del podcast”

Commenta questo articolo