Bruce Springsteen: Letter to You, la trascrizione del docufilm

Un, due, tre, quattro.

Mi ritrovo in una conversazione che dura da 45 anni con questi uomini e donne intorno a me e con alcuni di voi.
Con alcuni, immagino, ho iniziato a parlare da poco.
Ad ogni modo, cerco di essere semplice, piacevole e coinvolgente.
Ho iniziato a suonare la chitarra perchè cercavo qualcuno con cui parlare e creare un legame.
Nemmeno nei mie sogni sarebbe potuto andare meglio.
So solo che, dopo tutto questo tempo, sento ancora un bisogno di comunicare.
Lo sento quando mi sveglio al mattino,
mi accompagna durante la giornata.
Ed è ancora lì quando la sera vado a dormire.
In questi ultimi 50 anni, non è mai svanito una volta.
Il perché non lo so spiegare.
Che sia solitudine, brama, ego, ambizione, desiderio,
un bisogno di fare breccia, di essere ascoltato e riconosciuto o un po’ di tutto?
Io so solo che è uno degli impulsi più costanti della mia vita.
Sicuro come il battito ritmico del mio cuore,
ho bisogno di comunicare con voi.

LETTERA A TE

Sotto un folto intreccio di alberi
Ho tirato via quel filo fastidioso
Mi sono inginocchiato,
Ho preso la penna e ho chinato la testa
Ho cercato di evocare tutto ciò che il mio cuore trova vero
E inviarlo nella mia lettera a te

Le cose che ho trovato attraverso i tempi difficili e i buoni
Le ho scritte tutte con inchiostro e sangue
Ho scavato nel profondo della mia anima
E ho firmato col mio nome vero
E l’ho inviato nella mia lettera a te

Nella mia lettera a te
Ho messo tutte le mie paure e dubbi
Nella mia lettera a te
Tutte le cose difficili che ho scoperto
Nella mia lettera a te tutto quello che ho trovato vero
E l’ho inviato nella mia lettera a te

Ho preso tutto il sole e la pioggia
Tutta la mia felicità e tutto il mio dolore
Le stelle della sera oscura e il cielo blu del mattino
E inviato nella mia lettera a te
E inviato nella mia lettera a te

Nella mia lettera a te ho preso tutte le mie paure e dubbi
Nella mia lettera a te tutte le cose difficili che ho trovato
Nella mia lettera a te tutto quello che ho scoperto di vero
E inviato nella mia lettera a te
E inviato nella mia lettera a te

La E Street Band è uno strumento ben accordato
Di grande flessibilità e potenza.
Sanno svolazzare come farfalle o pungere come vespe.
Gli anni di musica insieme hanno creato in studio un’intesa e
un’efficienza comparabili a un motore da corsa messo a punto alla perfezione.
Un gruppo con 45 anni di storia, decenni di perfezionamento,
e quando suoniamo per voi spingiamo quel motore al massimo.
Suoniamo per servire il pubblico.
Paga bene, ma siete voi il motivo per cui lo facciamo.
Una dedizione che rafforza il nostro scopo,
la nostra determinazione.
La E Street Band non è un lavoro.
E’ una vocazione, una chiamata.
E’ sia una delle cose più importanti della tua vita
Sia, ovviamente, solo rock and roll.
________________________________________
Una bella giornata di luglio,
ero ai piedi del letto del mio vecchio compagno dei Castiles,
George Theiss.
George, a 68 anni, un cancro ai polmoni, era ormai vicino alla morte.
George è l’uomo che usciva con mia sorella Ginny
e che un pomeriggio mi ha fatto uscire da casa per intraprendere una delle più grandi avventure della mia vita, unirmi alla mia prima band, i Castiles.
I Castiles sono esistiti per tre anni incredibilmente significativi, dal 1965 al 1968.
Un’eternità negli anni ’60.
Tre anni epici, ricchi di eventi storici e culturali.
Quel periodo era una polveriera, per suonare in un giovane gruppo rock.
E’ passato molto tempo.
Alcune cose però ti restano dentro e non ti lasciano più, ti segnano la vita.
Con la morte di George, io ero l’ultimo sopravvissuto dei mitici Castiles.
L’ultimo sopravvissuto.
Ci ho pensato…a lungo.
Quelle riflessioni sono poi diventate le canzoni che ho scritto per Letter To You.
La musica è spontanea. A volte…e solo a volte, nasce così.
Questa musica, queste canzoni…
…mi ricordano il mio debito da saldare con i miei fratelli di Freehold.
Questo è un profondo ringraziamento a Diana e George Theiss,
Burt Haynes, Frank Marziotti, Curt Fluhr, Paul Popkin, Bob Alfano e Vinny Maniello.
Amici, compagni di band e di studio nella mia prima fantastica scuola di rock, i Castiles.

L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO

Foto sbiadite in un vecchio album
Foto sbiadite che qualcuno ha scattato
Quando eri forte, giovane e fiero
Appoggiato al muro puro e rumoroso

Giubbotto di pelle di serpente e un abito di pelle di squalo
Stivali con tacchi cubani
Fai entrare la band e fianco a fianco
Conduci il pubblico in un viaggio misterioso

I Knights of Columbus e il Fireman’s Ball
Venerdì sera alla Union Hall
I locali dove ci si vestiva di pelle nera sulla Route 9
Conti i nomi di chi manca mentre passa il tempo

Rock eterno sollevami in qualche modo
In un qualche posto alto, forte e rumoroso
Da qualche parte in profondità nel cuore della folla
Sono l’ultimo sopravvissuto
Sono l’ultimo sopravvissuto

Senza scuola e senza lavoro
Jeans usati e camicie di flanella
Le luci si abbassano e affronti la folla
Sono l’ultimo sopravvissuto

Le luci si accendono alla Legion Hall
Le stecche da biliardo tornano sul muro
Riponi la chitarra nella custodia e bevi un’ultima birra
Con solo il ronzio nelle orecchie

Schiere di angeli sollevatemi in qualche modo
In un qualche posto alto, forte e rumoroso
Da qualche parte in profondità nel cuore della folla
Sono l’ultimo sopravvissuto
(Sono l’ultimo sopravvissuto)
Sono l’ultimo sopravvissuto

Un Brindisi al tour! Si!
San Siro!
– Debutto a San Siro.
– San Siro, ci siamo!
– La prima di quattro serata!
– Si!
Quattro serata a San Siro. (Steve)
C’è mezza Italia. (Steve)
– Tutta…
– Ed è solo l’inizio.
Una volta cantavamo ”Promised Land” e non riuscivi a iniziare la canzone successiva. (Nils)
Quando senti una cosa del genere, come fai a fermarli? (Nils)
Era a Napoli.
Cantavamo dei pezzi di strofa di “Rosalita”.
Dei piccoli…pezzetti che ti entrano in testa.
Non le parti ovvie.
Quelle più strane della canzone.
E cantavano.
Tutti gli italiani sono molti musicali.
Con mamma, Dora ed Eda…
Oggi siamo qui perché quella è la nostra gente.
Si!
________________________________________
Per me, da sempre, il pop è una meditazione chiassosa.
Ognuno ha il suo modo di pregare.
Io ho ridotto le preghiere a tre minuti e un 45 giri.
Il potere del pop puro, la magnifica semplicità della melodia,
una storia completa nel giro di pochi minuti.
La vita in 180 secondi, o meno.
Se nel modo giusto, ha il potere di una preghiera.

IL POTERE DELLA PREGHIERA

Pomeriggio da sogno sotto il sole estivo
Resteremo in riva al lago fino a sera
Passo le dita tra i tuoi capelli striati dal sole
Piccola questo è il potere della preghiera

Notti estive, c’è l’estate nell’aria
Impilo i tavoli con le sedie
È l’ora di chiusura, e tu sei lì
Piccola questo è il potere della preghiera

È una partita truccata
Un tavolo vuoto su una nave di sciocchi
Ho in mano cuori, giocherò la coppia
Perché cara è solo il potere della preghiera

È una partita truccata, senza regole
Un tavolo vuoto su una nave di sciocchi
Ho in mano cuori, giocherò la coppia
Mi giocherò tutto perché non mi importa

Dicono che l’amore, l’amore va e viene
Ma tesoro cosa, cosa ne sanno
Sto cercando di raggiungere il paradiso, ci arriveremo
Cara, è solo il potere della preghiera
Piccola è solo il potere della preghiera
Cara è solo il potere della preghiera

Ultimo giro, il buttafuori chiude la porta
“This Magic Moment” attraversa la sale
Mentre la voce di Benny E. King riempie l’aria
Piccola questo è il potere della preghiera

La E Street band fa sognare, pensare e scrivere in grande.
Quando sono con i mie amici,
consento a una parte della mia mente
che sembra riservata solo a loro
di essere libera
e vengo trasportato in una casa di mille sogni.
Ciò che accade in questa cosa per me è importante.
Dio non ci ha reso perfetti, ma poi cerco di dare voce alle mie qualità migliore.
Abbiamo gli strumenti e la bellezza dell’anima di cui prenderci cura ed essere responsabili.
E richiede lavoro.
Lavoro fondato sui principi di amore, libertà e fratellanza,
concetti antichi che sono ancora le fondamenta di una buona vita e di una società umanitaria.
Ciò che accade in questa casa è importante.
Perciò, fratelli e sorelle, ovunque voi siate…
…illuminiamo questa casa.

LA CASA DELLE MILLE CHITARRE

La luna rossa risplende nella valle
Le campane suonano nelle chiese e nelle prigioni
Conto le mie ferite e conto le cicatrici
Qui nella casa delle mille chitarre

Il pagliaccio criminale ha rubato il trono
Ruba ciò che non potrà mai possedere
Possa la verità risuonare dai ogni locale di tutte le piccola città
E illumineremo la casa delle mille chitarre

Bene, sì va bene
Incontriamoci tesoro, quando arriva sabato sera
Tutte le belle anime vicine e lontane
Ci incontreremo nella casa delle mille chitarre

Qui gli scontenti e gli annoiati
Si svegliano alla ricerca dell’accordo perduto
Che ci terrà uniti fino a che ci saranno stelle in cielo
Qui nella casa delle mille chitarre

Sì va bene, sì va bene
Incontriamoci tesoro, quando arriva sabato sera
Fratello e sorella, ovunque voi siate
Ci incontreremo nella casa delle mille chitarre

Quindi svegliati e scrollati di dosso i tuoi problemi amico mio
Andremo dove la musica non finisce mai
Dagli stadi ai bar delle piccole città
Illumineremo la casa delle mille chitarre

Casa delle mille chitarre, casa delle mille chitarre
Fratello e sorella, ovunque voi siate
Risorgeremo insieme finché non troveremo la scintilla
Che illuminerà la casa delle mille chitarre

Bene, si va bene
Incontriamoci tesoro, quando arriva sabato sera
Tutte le buone anime vicine e lontane
Ci incontreremo nella casa delle mille chitarre

Mille chitarre, mille chitarre
Mille chitarre, mille chitarre
Mille chitarre, mille chitarre
Mille chitarre, mille chitarre

SE FOSSI IL PRETE

C’è una luce su quella montagna
E mi sta invitando a brillare
C’è una ragazza vicino alla fontanella
E sta chiedendo di essere mia
E Gesù è sulla soglia
Con una giacca di pelle di daino, stivali e speroni molto belli
Dice “Abbiamo bisogno di te figliolo stasera a Dodge City
Perché ci sono troppi fuorilegge
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro”

Beh, se Gesù fosse uno sceriffo e io il prete
Se la mia signora fosse un’ereditiera e mia madre fosse una ladra
Se mio padre facesse la guardia armata per la diligenza della Fargo
Ci sono ancora troppi cattivi ragazzi
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro

La dolce Vergine Maria gestisce il saloon del Santo Graal
Per una monetina ti darà whisky e un palloncino benedetto personalmente
E lo Spirito Santo è l’ospite perfetto, gestisce lo spettacolo di burlesque
Dove ti faranno entrare gratuitamente e pagare caro quando te ne vai
Maria serve la messa la domenica e poi vende il suo corpo il lunedì
Al contrabbandiere che paga il prezzo più alto.
Lui non sa di essere rimasto incastrato con una perdente,
Lei è una spacciatrice e in più una drogata
Si è fatta solo una o due volte con qualche specie di magia

Se Gesù fosse uno sceriffo e io il prete
Se la mia signora fosse un’ereditiera e mia madre fosse una ladra
Se mio padre facesse la guardia armata per la diligenza della Fargo
Ci sono ancora troppi fuorilegge
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro

Beh, le cose non sono più state le stesse in paradiso
Da quando il grosso e cattivo Bobby è arrivato in città
E’ conosciuto come uno che butta giù undici drinks e poi ne chiede ancora
Io ho le croste alle ginocchia per essere stato inginocchiato troppo a lungo
E’ ora che io faccia l’uomo e prenda una posizione da sostenere
Dimenticare i vecchi amici e i vecchi tempi
Ci sono troppi nuovi ragazzi
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro

Se Gesù fosse uno sceriffo e io il prete
Se la mia signora fosse un’ereditiera e mia madre fosse una ladra
Se mio padre facesse la guardia armata per la diligenza della Fargo
Ci sono troppi fuorilegge che cercano di lavorare per le stesse cose

Beh, c’è una luce su quella montagna
E mi sta invitando a brillare
C’è una ragazza vicino alla fontanella
Sta chiedendo di essere mia
Gesù è in piedi sulla soglia
Sei pistole estratte e pronte a far fuoco
Ha detto: “Abbiamo bisogno di te figliolo stasera a Dodge City”
Gli ho detto che ero già in ritardo per Cheyenne

Se Gesù fosse lo sceriffo e io il prete
Se la mia signora fosse un’ereditiera e mia madre fosse una ladra
Se mio padre facesse la guardia armata per la diligenza della Fargo
Ci sono ancora troppi cattivi ragazzi
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro

Se Gesù fosse lo sceriffo e io il prete
Se la mia signora fosse un’ereditiera e mia madre fosse una ladra
Se mio padre facesse la guardia armata per la diligenza della Fargo
Ci sono ancora troppi cattivi ragazzi
Che cercano di guadagnare con lavori come il nostro
Se Gesù fosse lo sceriffo e io il prete

“Ghosts”
Un gruppo rock è un nucleo sociale fondato sulla promessa che noi,
insieme,
siamo meglio della somma delle nostre individualità,
che possiamo realizzare cose che non potremmo realizzare da soli che insieme qualcosa di più grande ci attende.
Se nel nostro gruppo le canzoni e la visione sono le mie,
la trasformazione fisica della visione e una presenza reale appartiene a tutti noi.
Siamo una band.
La gioia che provo quando lavoro con loro è difficile da descrivere.
Le idee rimbalzano per la stanza.
Ci parliamo sopra.
Ci sono partenze e interruzioni.
La confusione spesso e sovrana.
E poi di colpo… un’esplosione.
“Ghosts” parla della bellezza e della gioia di essere in una band e del dolore di perdere qualcuno a causa delle malattie e del tempo.
“Ghosts” cerca di parlare allo spirito delle musica stesso,
che non è di nessuno di noi ma che si può solo scoprire e condividere.
Nella E Street Band, risiede nella nostra anima collettiva,
alimentato del cuore.

FANTASMI

Sento il suono della tua chitarra
Che arriva da un posto mistico e lontano
La pietra e la ghiaia nella tua voce
Vengono nei miei sogni e ne sono felice

È solo il tuo fantasma
Che si muove nella notte
Il tuo spirito è pieno di luce
Ho bisogno, ho bisogno di te al mio fianco
Del tuo amore e io sono vivo

Sono vivo e posso sentire il brivido del sangue nelle ossa
Sono vivo e sono qui fuori da solo
Sono vivo e sto tornando a casa
Sì, sto tornando a casa

La vecchia giacca di pelle di daino che indossavi sempre
È appesa sul retro della porta della mia camera da letto
Gli stivali e gli speroni che usavi per cavalcare
Risuonano nel corridoio ma non arrivano mai

È solo il tuo fantasma
Che si muove nella notte
Il tuo spirito è pieno di luce
Ho bisogno, ho bisogno di te al mio fianco
Del tuo amore e io sono vivo

Sono vivo, posso sentire il brivido del sangue nelle ossa
Sono vivo e sono qui fuori da solo
Sono vivo e sto tornando a casa

Il tuo vecchio Fender Twin di Johnny’s Music giù in centro
Ancora impostato su 10 per infuocare questa casa
Do’ la quarta battuta alla band e poi andiamo al massimo
Alla fine del set non lasceremo vivo nessuno
Fantasmi che corrono nella notte
I nostri spiriti si riempirono di luce

Ho bisogno
Ho bisogno di te al mio fianco
Del tuo amore e io sono vivo

Metto a tracolla la tua Les Paul e tocco i tasti
Faccio promesse a coloro che sono venuti prima di me
Alzo il volume, lascio che gli spiriti siano la mia guida
Ci vediamo fratello e sorella dall’altra parte

Sono vivo
Posso sentire il brivido del sangue nelle ossa
Sono vivo e sono qui fuori da solo
Sono vivo e sto tornando a casa
Sì, sto tornando a casa

Le canzoni del 1972…
… erano e restano un mistero, per me.
All’epoca scrivevo così.
Tante parole.
Infatti, Clive Davis, l’umo che con John Hammond mi ha portato alla Columbia Records,
mi chiamò poco dopo l’uscita di Greetings from Asbury Park per riferirmi che qualcuno gli aveva detto che se non stavo attento avrei finito le parole della lingua inglese.
Quel qualcuno era Bob Dylan.
Bob è sempre stato un mentore, il fratello che non ho mai avuto,
per cui presi le sue parole molto seriamente.
Io so solo che queste canzoni hanno un posto speciale nel mio cuore.
“Song of Orphans” parla di superare le proprie paure, i propri dubbi, la propria epoca.
Parla di lottare per trovare il proprio posto.
Per un giovane, nel 1972, avevo un’alta considerazione di me stesso,
nonostante le mie monumentali insicurezze.
Ero un chitarrista esperto, un giovane leone.
Sentivo di avere una missione da compiere, demoni da sconfiggere, un mondo da conquistare.
Il mio mondo, qualunque esso fosse.
All’epoca credevo di essere sula terra per un motivo soltanto,
per conoscere, affrontare e compiere il mio destino, per salire su quel palco e cambiarvi la vita…
…se possibile.
Avevo superato il mio trauma di abbandono, il mio adolescente orfano interiore,
costruendo con le mie mani, e con qualche aiuto, un luogo tutto mio.
Ora il gruppo portava il mio nome e io me ne sarei preso la responsabilità.
Ce l’avrei fatta…
…perché ero giovane, tenace e affamato, e ne avevo bisogno.
Avevo 22 anni.

CANZONE PER GLI ORFANI

La moltitudine si è riunita e ha cercato di fare rumore
I generali poeti neri ciechi
E i ragazzi bianchi rumorosi e irrequieti
Ma il tempo si è assottigliato
E l’asse in qualche modo è diventata incompleta
E anziché leoni bambini avevamo pecore vecchie drogate

Quante anime perse ho visto firmate “Hollywood o morte”
Lasciate a cavalcare le spettrali raffiche dell’Arizona
Cheerleader vagabonde e ragazzini con grandi amplificatori
Che suonano nel vuoto
Vamp dell’alta società ex campioni di pesi massimi
Che scambiano fuliggine per terreno

Quindi fammi a pezzi adesso, Big Mama
Mentre Old Faithful fa sorgere il sole
Credimi, mia buona Linda, l’aurora illuminerà il tuo cammino
La Confederazione è a mio nome ora
I cani sono tenuti a bada
L’asse ha bisogno di un braccio più forte
Senti come lavorano i tuoi muscoli

Bene, la filatrice di coperte è sulla soglia,
Madonna suona campanelli di casa in casa
La vedo dare gli ultimi baci e augurare buona fortuna
A ogni eroe mistico e zingaro
Affinché possano trovare un posto i bambini
Persi per sempre per mamma e papà nei loro fine settimana
Fuori nello spazio

Ebbene, i figli cercano i padri, ma i loro padri non ci sono più
Le anime perdute cercano salvatori,
Ma i salvatori non durano a lungo
Quei mocciosi ribelli senza nome e senza obiettivi
Che vivono le loro vite nelle canzoni
Durano il tempo di una candela,
Con un sussurro della buonanotte e vanno via

Quindi fammi a pezzi adesso, Big Mama,
Mentre Old Faithful fa sorgere il sole
Credimi, mia buona Linda, l’aurora illuminerà il tuo cammino
La Confederazione è a mio nome ora, i cani sono tenuti a bada
L’asse ha bisogno di un braccio più forte,
Senti come lavorano i tuoi muscoli

Le missioni sono piene di eremiti,
Che cercano un amico
Le terrazze sono piene di uomini-gatto
Che cercano il modo di entrare
Ci sono orfani buttati sulle montagne argentate
Persi in viuzze celesti
Aspettano quel vecchio vagabondo di Moses l’uomo dei cani,
Lui raccoglie tutti i randagi

Dunque, non crescere con leggende vuote o solitarie ninne nanne
Billy the Kid era solo un ragazzo capriccioso
Che si guadagnava da vivere roteando le pistole
La notte è lunga e smunta
E parla in una lingua madre
Culla i rifugiati con il ronzio dell’amplificatore

Quindi fammi a pezzi adesso, Big Mama,
Mentre Old Faithful fa sorgere il sole
Credimi, mia buona Linda, l’aurora illuminerà il tuo cammino
La Confederazione è a mio nome ora, i cani sono tenuti a bada
L’asse ha bisogno di un braccio più forte
Senti come lavorano i tuoi muscoli

C’erano treni passeggeri e merci che passavano da Freehold, negli anni ’50.
Nei lunghi pomeriggi d’estate, li aspettavo per salirci sopra e andare da una parte all’altra del paese
o solo per lasciar una monetina sui binari e recuperarla schiacciata e bollente.
Quei treni andavano e venivano veloci come la morte.
Da bambino mi sono abituato alla morte, con tante veglie irlandesi e italiane della nostra famiglia.
A sei o sette anni dovevi accompagnare i genitori,
varcare le porte delle pompe funebri tenendoli per mano e farti largo nella cappella affollata fino alla bara.
Poi ti inginocchiavi ai suoi piedi e fissavi la morte per un’istante.
I genitori scambiavano convenevoli, poi, dopo un po’,
tornavi a casa con uno strano senso di terrificante traguardo che ti riempiva la giovane anima.
A casa, ti inginocchiavi accanto al letto e recitavi.
“Signore, vado a dormire.
Ti prego, custodisci la mia anima.
E se prima del risveglio dovessi morire,
ti prego, signore prendi la mia anima”.
“Se prima del risveglio dovessi morire”.
Non mi è mai piaciuta quella parte.
Ho scolpito nella mia giovane mente che un giorno chiuderemo gli occhi e il grigio del cielo della sera aprirà su di noi…
…portandoci l’eterno riposo.

UN MINUTO SEI QUI

Grande treno nero che arrivi lungo i binari
Fischia a lungo e a lungo
Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più

Lascio il mio penny sui binari
Mentre il vento estivo canta la sua ultima canzone Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più

Baby baby baby
Sono così solo
Baby baby baby
Sto tornando a casa

Luna park d’autunno ai margini della città Camminiamo in mezzo alla strada a braccetto
Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più

Pensavo di sapere chi ero
E cosa avrei fatto ma mi sbagliavo
Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più

Il fiume rosso che corre ai margini della città
Sulle rive fangose
Mi stendo a terra
Con questo corpo a terra

Il crepitio dei passi su una strada sterrata
Le stelle svaniscono in un cielo nero come la pietra

Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più
Un minuto sei qui
Il minuto dopo non ci sei più
Un minuto sei qui.

Dove andiamo quando moriamo?
Forse da nessuna parte o forse ovunque.
Forse la nostra anima dimora nell’etere, nel cielo senza stelle,
e riecheggia come un sasso lanciato in un lago immoto,
i suoi cerchi sono le vite delle persone che incontreremo nel corso della nostra.
Nessuno sa dove queste anime possono spingersi.
O forse sono solo ossa, terra, fango, rocce e nient’altro.
Non lo so.
Ho sofferto al pensiero di non rivedere più coloro che ho amato e perduto.
Ma quelli che se ne vanno non scompaiono mai completamente.
Li vedi per le strade conosciute, nei locali vuoti e nelle lunghe nottate dei tempi passati.
Si muovono nell’ombra, intravisti appena con la coda dell’occhio.
Li vediamo nei nostri sogni.

TI RIVEDRÒ NEI MIEI SOGNI

La strada è lunga e sembra senza fine
I giorni passano, mi ricordo di te amico mio
E anche se te ne sei andato
E il mio cuore mi è sembrato vuoto
Ti rivedrò nei miei sogni

Ho messo la tua chitarra qui, vicino al letto
Tutti i tuoi dischi preferiti e tutti i libri che hai letto
E anche se la mia anima si sente spaccata
Ti rivedrò nei miei sogni

Ti rivedrò nei miei sogni
Quando tutte le nostre estati saranno finite
Ti rivedrò nei miei sogni
Ci incontreremo, vivremo e rideremo di nuovo
Ti rivedrò nei miei sogni, al di là del fiume
Perché la morte non è la fine
E ti rivedrò nei miei sogni

Ti rivedrò nei miei sogni
Quando tutte le nostre estati saranno finite
Ti rivedrò nei miei sogni
Ci incontreremo, vivremo e rideremo di nuovo
Ti rivedrò nei miei sogni, sì al di là del fiume
Perché la morte non è la fine
E ti rivedrò nei miei sogni
Ti rivedrò nei miei sogni
Ti rivedrò nei miei sogni

L’età.
L’età ti dà la visione, come la nitidezza di mezzanotte, sui binari, osservando le luci del treno che arriva.
Te ne rendi conto in fretta.
Non resta molto più tempo.
Solo un certo numero di notti stellate, di nevicate, di freschi pomeriggi autunnali, di temporali di mezza estate.
Perciò, come ti comporti e come svolgi il tuo lavoro è importante.
Come tratti gli amici, i familiari, le persone amate.
Se va bene, una benedizione scende su di te, ti stringe fra le sue braccia e sei libero profondamente dentro e di questo mondo.
E’ questa la ricompensa: essere qui.
E questo che ti fa alzare al mattino: un’altra occasione di ricevere quella benedizione.
Mentre spalmi il burro sul pane, ti vesti o torni dal lavoro,
ti imbatti in quei momenti in cui senti la mano di Dio appoggiarsi lentamente sulla tua spalla.
E allora capisci quanta fortuna hai.
Fortuna di essere in vita, di respirare in un mondo di bellezze, di orrore e di speranza.
Perché è questo che c’è: un’occasione.
Un mondo in cui è una fortuna amare ed essere amati.
Quindi vivete, riempitevi la vita, fino a dare un senso al sudore, al sangue e alle vostre lacrime.
Vivete finchè la luce delle lontane stelle sbiadite non cadrà ai vostri piedi.
Vivete, e che Dio vi benedica.

TRENO IN FIAMME

Zero è il mio numero, il tempo è il mio cacciatore
Volevo che tu mi guarissi,
Ma invece mi hai dato fuoco
Eravamo fuori dai confini,
Ti ho lavato con l’acqua benedetta
Abbiamo sussurrato le nostre preghiere nere
E siamo stati avvolti dalle fiamme

Prendimi sul del tuo treno in fiamme
Prendimi sul del tuo treno in fiamme

Sole bianco che arde, ali nere che battono
Ho fatto scorrere le mie dita nell’incavo del tuo ventre
Mentre respiravi distesa
Con la nostra fede condivisa,
Che cresceva scura e imputridita
Prendimi e scuotimi da questa gabbia mortale

Prendimi sul del tuo treno in fiamme
Prendimi sul del tuo treno in fiamme

Qualcosa sta splendendo nella luce sotto il tuo seno
L’odore denso di te sul mio petto

Sul tuo letto di spine, ti ho portato doni splendenti
Asciugato il sudore dalla tua fronte
E toccato le tue labbra
Lenzuola macchiate di sudore fuori la pioggia infinita
Tesoro sono benedetto nel tuo sangue
E segnato da Caino

Prendimi sul del tuo treno in fiamme
Prendimi sul del tuo treno in fiamme
Prendimi sul del tuo treno in fiamme

 

Commenta questo articolo