Bruce Springsteen e il Cinema, un film al giorno: POINT BLANK / SENZA UN ATTIMO DI TREGUA

Bruce Springsteen non si limita a fare musica. Bruce compone colonne sonore per i fotogrammi delle nostre complicate esistenze, per le immagini che scorrono nei nostri ricordi o che prefigurano i nostri sogni. Springsteen è la lezione che una grande musica trascende il suono stesso, tocca le corde più intime e si espande nella mente creando o rievocando visioni… visioni pronte a danzare “across the porch as the radio plays”.

Sezione 1: Il Cinema nelle canzoni di Springsteen

Questa sezione è dedicata ai film che, per esplicita dichiarazione di Springsteen, hanno alimentato il suo immaginario poetico, a partire dalle pellicole dei grandi maestri degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta – il noir, il western, i capolavori di Capra, Ford, Kazan – fino alle opere degli anni Settanta, da “L’Ultimo Spettacolo” di Bogdanovich, a “Badlands” e ai capolavori di Martin Scorsese.

13. POINT BLANK / SENZA UN ATTIMO DI TREGUA – USA (1967) – Director: John Boorman

Like a Vision. Bruce Springteen e il Cinema (Italiano) Copertina flessibile – 1 set 2015
di Paola Jappelli (Autore), Giovanni Scognamiglio (Autore)
– Graus Editore

Truffato da un compagno di galera che gli ha portato via la moglie e una consistente somma di danaro, un malvivente pianifica un’articolata e raffinata vendetta. Il film rappresenta quasi un culto per i cinefili europei grazie al virtuosismo delle riprese, del montaggio, delle sequenze di azione, l’alta tensione dell’intrigo e l’interpretazione di Lee Marvin, una delle migliori della sua carriera. Questo noir – un adattamento del romanzo pulp The Hunter di Donald E. Westlake – darà il titolo ad una delle più belle liriche di Springsteen dell’album The River pubblicato nel 1980. Il concetto di  “viaggio” springsteeniano è in sintonia con il pensiero del regista inglese Boorman: “Ciò che mi interessa è l’idea del viaggio, la ricerca di qualcosa che non è definita, e che alla fine del viaggio si dissolve senza essere vista”. (Cit. in E. Labianca, American skin: vita e musica di Bruce Springsteen).

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