Bruce Springsteen e il Cinema, un film al giorno: ONCE UPON A TIME IN THE WEST / C’ERA UNA VOLTA IL WEST

Bruce Springsteen non si limita a fare musica. Bruce compone colonne sonore per i fotogrammi delle nostre complicate esistenze, per le immagini che scorrono nei nostri ricordi o che prefigurano i nostri sogni. Springsteen è la lezione che una grande musica trascende il suono stesso, tocca le corde più intime e si espande nella mente creando o rievocando visioni… visioni pronte a danzare “across the porch as the radio plays”.

Sezione 1: Il Cinema nelle canzoni di Springsteen

Questa sezione è dedicata ai film che, per esplicita dichiarazione di Springsteen, hanno alimentato il suo immaginario poetico, a partire dalle pellicole dei grandi maestri degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta – il noir, il western, i capolavori di Capra, Ford, Kazan – fino alle opere degli anni Settanta, da “L’Ultimo Spettacolo” di Bogdanovich, a “Badlands” e ai capolavori di Martin Scorsese.

14. ONCE UPON A TIME IN THE WEST / C’ERA UNA VOLTA IL WEST – Italia / USA (1968) – Director: Sergio Leone

Like a Vision. Bruce Springteen e il Cinema (Italiano) Copertina flessibile – 1 set 2015
di Paola Jappelli (Autore), Giovanni Scognamiglio (Autore)
– Graus Editore

Su un soggetto scritto dal regista con Dario Argento e Bernardo Bertolucci e sceneggiato con Sergio Donati, Leone mette in scena un film ricco di trasgressioni, una sorta di antologia del western in negativo in cui i tempi drammaturgici vengono estremamente dilatati contravvenendo alla dinamica del genere. E’ la storia di un magnate delle ferrovie, che ha bisogno dell’acqua per le sue locomotive e fa eliminare i proprietari legittimi dal suo feroce sicario. Springsteen ha sempre dichiarato di aver subito il fascino dei film di Sergio Leone, sottolineando al contempo la sua ammirazione per le musiche di Ennio Morricone, autore di gran parte delle colonne sonore. Durante il The River Tour (1980-81), Once Upon A Time In The West fu più volte suonata come parte di Badlands.  Riguardo il concerto del 7 Aprile 1981 al Congress Center di Amburgo, nel suo libro Glory Days: Bruce Springsteen In The 1980s, Dave Marsh scrisse: «Roy Brittan cominciò il pezzo finale con una splendida intro al piano basata sulla musica di Ennio Morricone per Once Upon a Time in the West, il più grande Western europeo mai girato. Da quelle delicate note, irruppe improvvisamente la batteria di Max a tempo di marcia e le chitarre esplosero come cannoni, con Springsteen che piegato sul microfono, urlava le prime note di  “Badlands”. Come se fosse stato imbeccato, metà del pubblico saltò giù dalle poltroncine. Dal palco, la band osservava la folla impazzita, prima uno, poi un altro, e alla fine alzarono tutti… tutti in piedi, con i pugni su, gridando e ballando. Quando finì la canzone, dopo gli inchini e le promesse di ritornare, la band si ritirò nelle quinte con le lacrime agli occhi». Lo stesso Marsh aggiungerà, in occasione dello show del 24 Aprile 1981 al Palais Des Sport di Lyon: «Ma la parte più bella della sera ci fu quando Roy Bittan attaccò l’intro di Badlands con le note di Morricone. Il pubblico intonò tutta quella spettrale melodia, improvvisando un meraviglioso indimenticabile suono, sconvolgendo e arricchendo lo spettacolo del concerto. Poi si scoprì che  Once Upon a Time in the West era molto popolare in Italia, da dove proveniva circa un terzo del pubblico». Springsteen contribuì alla sua versione strumentale di questa composizione nel tribute album We All Love Ennio Morricone, uscito il 20 febbraio 2007. La versione – registrata probabilmente nel gennaio 2007 nella sua casa studio Thrill Hill Recording a Colts Neck – vede la sovrincisione della chitarra elettrica di Springsteen sulla traccia originale del Maestro. Fu premiato con il “Grammy Award for Best Rock Instrumental Performance”,  alla cui cerimonia svoltasi al Staples Center di Los Angeles il 10 Febbraio 2008 Springsteen non potè prendere parte. Morricone ricambia pienamente l’ammirazione di Springsteen, come si legge dalla prefazione da lui scritta per il libro Bruce Springsteen. Come un Killer sotto il sole, il grande romanzo americano (1972-2007) , a cura di L. Colombati (Milano 2007), dove sottolinea la presenza nella scrittura di Springsteen toni di autentica filmicità: «ogni verso è un’inquadratura, ogni strofa è una scena, [ogni] personaggio [è] ritratto a tutto tondo, colto nel momento decisivo della sua vita».

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