Ennio Morricone e Bruce Springsteen: il nostro omaggio al Maestro scomparso

«Non c’è grande musica senza un grande film». Così Ennio Morricone risponde commosso alla standing ovation che accompagna il conferimento stanotte del tanto atteso Oscar per la migliore colonna sonora originale.

Il grande musicista e compositore Ennio Morricone, autore delle colonne sonore più belle e note del cinema italiano e mondiale, ci ha lasciato. Lo celebra il mondo intero, riconoscente per quanto ha ricevuto in dono dalla sua lunghissima e straordinaria carriera: centinaia e centinaia di composizioni per radio, teatro, serie televisive e soprattutto per il cinema e, una su tutte, quella storica con Sergio Leone che ha fatto la storia del cinema, grazie a quella sua incredibile capacità di reinterpretare le suggestioni dello schermo in note sul pentagramma. Poi tanti premi e riconoscimenti, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Polar Music Prize, Leone d’oro alla carriera e – dopo cinque nomination (I giorni del cielo, Mission, Gli intoccabili, Bugsy e Malena)- finalmente gli oscar: quello nel 2007 alla carriera “per i suoi magnifici e multiformi contributi nell’arte della musica per film” e nel 2016 per la colonna sonora composta per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino. Morricone se n’è andato, sì ma la sua musica resterà con noi, fonte di ispirazione dell’immaginario collettivo e per generazioni di musicisti di ogni parte del mondo, dalla canzone d’autore al rock.

Noi springsteeniani, con i brividi dalla commozione, non possiamo non ricordarlo così:

ennio 1A onorare il Maestro,  il 20 febbraio 2007, venne pubblicato We All Love Ennio Morricone, un album tributo contenente molte partecipazioni di artisti di fama internazionale come Metallica, Roger Waters, Céline Dion, Andrea Bocelli e Bruce Springsteen la cui versione strumentale di Once Upon a Time in the West fu premiata nel 2008 con il “Grammy Award for Best Rock Instrumental Performance”. ennio 2

Springsteen, che ha sempre dichiarato di aver subito il grande fascino dei film di Sergio Leone, non poteva non trovare fonte di ispirazione nelle straordinarie colonne sonore, firmate dal grande Maestro romano. Bruce eseguì stralci dal tema di The Good, The Bad, And The Ugly [Il buono, il brutto e il cattivo] due volte nei soundchecks -il 6 luglio 1984 al Riverfront Coliseum (Cincinnati) durante il Born In The USA Tour e il 5 aprile 1988 presso il Capitol Center (Landover) durante il Tunnel Of Love Tour –  e una volta live allo show del 31 ottobre 1984 al Los Angeles Memorial Sports Arena, nel lungo e spassoso racconto che introduceva il brano High School Confidential; durante il The River Tour nel 1980-81, Once Upon A Time In The West fu più volte suonata come parte introduttiva di Badlands, mandando ogni volta il pubblico in pieno delirio. Come ricorda Dave Marsh, in riferimento al  concerto del 7 Aprile 1981 al Congress Center di Amburgo: «Roy Brittan cominciò il pezzo finale con una splendida intro al piano basata sulla musica di Ennio Morricone per Once Upon a Time in the West, il più grande Western europeo mai girato. Da quelle delicate note, irruppe improvvisamente la batteria di Max a tempo di marcia e le chitarre esplosero come cannoni, con Springsteen che piegato sul microfono, urlava le prime note di Badlands.[…] Come se fosse stato imbeccato, metà del pubblico saltò giù dalle poltroncine. Dal palco, la band osservava la folla impazzita, prima uno, poi un altro, e alla fine si alzarono tutti in piedi, con i pugni su, gridando e ballando. Quando finì la canzone, dopo gli inchini e le promesse di ritornare, la band si ritirò nelle quinte con le lacrime agli occhi» (D. Marsh, Bruce Springsteen – Two Hearts: The Definitive Biography, 1972-2003, New York 2004, p. 207).

Ennio Morricone al concerto di Bruce Springsteen a Roma al Palalottomatica il 6 giugno 2005 durante il Devils & Dust Tour. Fotografia di Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club

Ennio Morricone si recò al concerto che Bruce tenne il 10 aprile 1996 all’Auditorium di Santa Cecilia a Roma durante il The Ghost of Tom Joad Tour. Come racconta Ermanno Labianca, alla fine del concerto il Maestro e la moglie si recarono nel backstage: “I due non si erano mai incontrati prima e durante il breve faccia a faccia […] Bruce si dimostrò entusiasta della visita. All’improvviso si fermò e aprì la piccola porta che li separava dal palco in modo che la musica che veniva diffusa in sala arrivasse anche alle loro orecchie. “Questo è il mio nastro personale, è la musica che voglio ascoltare dopo i miei spettacoli” affermò Bruce “è la sua musica quella che sta ascoltando ora, Maestro!” disse sorridendo mentre le note del tema finale di C’era una volta il West si spegnevano dietro le grida del pubblico” ( E. Labianca, American Skin. Vita e musiche di Bruce Springsteen, 2 ed., Firenze 2002, p. 199). Aggiungerà a tal proposito Ennio Morricone: “Inutile dire che questa cosa mi aveva dato una piacevolissima emozione” (Prefazione di Ennio Morricone, in Bruce Springsteen. Come un Killer sotto il sole, il grande romanzo americano (1972-2007), a cura di L. Colombati, Milano 2007, p. 7).

Da qualche anno, spesso il tema di C’era una volta il West introduce in Italia anche i tour elettrici. L’ingresso dei componenti della band sul palco accompagnato da quelle note orchestrate subito prima che si sprigioni tutta l’energia rock resta uno dei momenti più suggestivi dello show: «Non è rock’n’roll-  afferma Springsteen-  ma ha una bellezza particolare […], molto probabilmente non potrà cambiare il mondo, forse invece potrà cambiarne solo una parte e forse solo per un po’» (E. Labianca, cit., p.173).

La stima tra il Maestro e il Boss è reciproca. La bellissima Prefazione scritta da Ennio Morricone al volume di Leonardo Colombati, Bruce Springsteen. Come un Killer sotto il sole, il grande romanzo americano (1972-2007), è in tal senso chiara e illuminante: «la scrittura di Springsteen è “cinematografica”: ogni verso è un’inquadratura, ogni strofa è una scena, e ciascuna canzone ci presenta un personaggio ritratto a tutto tondo, colto nel momento decisivo della sua vita. Questa scrittura cinematografica non può lasciare indifferente chi, come me, ha scritto musica per il grande schermo. La musica del cinema, se è valida, può essere ascoltata e apprezzata anche senza guardare le immagini. Allo stesso modo, le canzoni — musica e parole — di Springsteen potrebbero essere paragonate alla colonna sonora di un film ancora da girare: non hanno bisogno di immagini alle quali appoggiarsi perché sono loro stesse ad evocarle” (Cfr. P. Jappelli, G. Scognamiglio, Like A Vision, Bruce Springsteen e il Cinema, Graus Editore, Napoli 2015).

 

Un commento su “Ennio Morricone e Bruce Springsteen: il nostro omaggio al Maestro scomparso”

Commenta questo articolo