Le parole di Bruce Springsteen nella sua “music for hard times”

Bruce in Colts Neck, NJ. Photo by John Nowak

“Ciao E Street Nation! Sono Bruce Springsteen da casa mia alle vostre case, con la musica per questi tempi difficili.”  Così è iniziata la trasmissione speciale del Boss su E Street Radio (SiriusXM ch 20), l’8 aprile intitolata Bruce Springsteen: From His Home to Yours.  Bruce in persona, per un giorno non in veste di cantante ma di dj d’eccezione  – collegatosi in diretta alle ore 16 italiane – ha chiacchierato con i fans in ascolto, proponendo una playlist con i brani da lui scelti per l’occasione intervallati da alcune considerazioni sui tempi difficili che stiamo vivendo.  Per più di un’ora – più di quanto inizialmente programmato perché dopo la triste notizia della morte di John Prine, Bruce ha voluto aggiungere un altro brano al suo elenco- il Boss ha condiviso brani di Roy Orbison come di  Bob Dylan, di Bon Jovi come della sua “lovely wife” Patti Scialfa: una playlist lunga e varia ma con un unico filo conduttore, rintracciabile proprio nei temi della solitudine, della drammaticità del momento ma anche della speranza di tempi migliori. Tra una canzone e l’altra, Springsteen ha dunque parlato dei suoi sentimenti di uomo, non di artista, del senso di solitudine, delle sue paure condivisibili da tutti noi che stiamo vivendo questa comune tragedia: “In questi giorni ci si sente come se stessimo guardando oltre il limite dell’apocalisse”. “Penso che la cosa più difficile di ciò che stiamo attraversando in questo momento sia non poter vedere, abbracciare, baciare i tuoi cari”. E’ vero, lui e Patti stanno insieme e stanno “andando alla grande nella fattoria”, ma ha anche aggiunto che non tutti sono lì con loro e il pensiero va anche a sua madre.”Tutti i giorni sono uguali “mi sveglio, faccio un po’ di ginnastica, scendo a fare colazione, poi ne faccio un’altra… se siamo fortunati andiamo a fare una passeggiata, poi la sera ceniamo, forse ceniamo un po’ di più, ascoltiamo le notizie che sono sempre brutte e andiamo a letto. E così il giorno dopo, e io giorno dopo ancora”. “Viviamo tempi strani, il mondo non sarà più lo stesso. Soffriremo di stress post traumatico e ci vorrà tempo prima di riuscire di nuovo a fidarci gli uni degli altri, a sentirsi vicini e uniti nella meravigliosa celebrazione dell’umanità”. Pur non trascurando pensieri per chi ci ha lasciato e preoccupazione per i malati e per “le persone che non hanno una rete di sicurezza”, Bruce ha ricordato ai suoi ascoltatori che per la maggior parte di noi, anche questo passerà. “Quando questi giorni finiranno – e finiranno – ci sarà una celebrazione religiosa, una celebrazione spirituale”. Non sono comunque mancati toni più leggeri, come quando ha detto ridendo “Se sei solo potrebbe non essere male, ho trascorso 35 anni da solo in una stanza! E mi è piaciuto!”; o anche quando ha elencato le cose che gli mancano come il baseball, “andare da Max” (un noto bar-grill del New Jersey)” e da The Windmill” (un ristorante specializzato in hot dog), fare passeggiate ad Asbury Park, farsi un drink con gli amici.”Tutto quello che so – ha aggiunto- è che quando tutto sarà finito, porterò Patti a una partita di baseball”.

“Non sentirsi più sicuri, non poter uscire in auto, o a fare una passeggiata lungo la spiaggia che ora è chiusa, tutto ciò che sai è che quella sensazione di sicurezza ci è stata strappata via”. E così parte l’unico suo brano originale scelto per questa playlist, Cover Me, ma a quel “the whole world is rough and just getting rougher”, seguirà la speranza- o magari la certezza – del We Shall Overcome, eseguita da Bruce con la Seeger Session. Ha anche ricordato l’importanza del rispetto del distanziamento sociale e del lavaggio attento delle mani.  Non poteva non fare una bella dedica agli operatori sanitari che sono incessantemente al lavoro con un’abnegazione che “non ho mai visto prima” -ha detto Bruce- [Better Times Are Coming, un brano tradizionale risalente alla guerra civile americana], e quella all’amico cantautore John Prine  appena scomparso: “Era un uomo dolce e amabile. Ero davvero orgoglioso di poterlo considerare un amico. Ha scritto musica di grande compassione e cantato la vita con precisione e creatività. Aveva grande humour, era divertente, con una sensibilità molto personale. Tutto ciò lo rendeva completamente originale. La sua morte mi fa rabbia. Era semplicemente uno dei migliori che abbiamo mai avuto, ci mancherà”.  “Questi sono tempi incerti” – ha concluso Bruce – “Ciò che è certo è il dolore, la paura, le necessità di molti dei nostri vicini, dei nostri amici, e certamente di tutti coloro che sono impegnati in prima linea contro questa pandemia”.  Poi ha lanciato il brano conclusivo di Sam Cooke “The Last Mile of the Way” per onorare la memoria delle persone scomparse nel corso dell’epidemia.

Ecco la Playlist:

Cracker – Turn On, Tune In, Drop Out (YouTube)
Wyclef Jean – Gone Till November (YouTube)
Don Henley – End of the Innocence (YouTube)
Roy Orbison – Only the Lonely (YouTube)
R.L. Burnside – It’s Bad You Know (YouTube)
Bob Dylan – Beyond Here Lies Nothin’ (YouTube)
Bruce Springsteen – Cover Me (YouTube)
Bon Jovi – Livin’ On A Prayer (YouTube)
Morrissey – Everyday Is Like Sunday (YouTube)
Marion Williams – Trouble So Hard (YouTube)
Common – Letter to the Free (YouTube)
Sarah Jarosz – Ring Them Bells (Dylan Cover) (YouTube)
Patti Scialfa – Talk To Me Like The Rain (YouTube)
Huey ‘Piano’ Smith – Rockin’ Pneumonia and the Boogie Woogie Flu (YouTube)
Stephen C. Foster – Better Times Are Coming (YouTube)
Bruce Springsteen and the Seeger Sesions Band – We Shall Overcome (YouTube)
Lucinda Williams – Are You Alright? (YouTube)
Ry Cooder – 3rd Base, Dodger Stadium (YouTube)
John Prine – Angel From Montgomery (YouTube)
Sam Cooke – The Last Mile Of The Way (YouTube)

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