Dear Bruce, Our Love Will Not Let You Down!

Bruce Springsteen sulla sua Triumph, foto di Eric Meola

In pochi giorni Bruce Springsteen sembra essere stato scaraventato al centro di una tempesta mediatica che ha dell’incredibile. A poche ore dalle polemiche sullo spot che lo ha visto protagonista della campagna sponsorizzata da Jeep, il sito web di gossip TMZ lancia una bomba di fango sul Boss riguardo un suo presunto “arresto” il 14 novembre scorso per aver guidato “in modo pericoloso in stato di ebrezza”. Stiamo parlando di quel Bruce che notoriamente non ha mai fumato, né tantomeno ha mai fatto uso di stupefacenti, che conduce da sempre una vita sana ed equilibrata, grazie anche a una rigorosa dieta e alla costante attività fisica? Quel Bruce che secondo Steve Van Zandt [“Rolling Stone”, 2012] al di là di qualche bicchierino “non è mai stato neanche un bevitore”? Quel Bruce che ha persino minacciato di licenziare sul posto qualsiasi membro della E Street Band se lo avesse visto fare uso di droghe [Peter Ames Carlin, “Bruce”, 2013]? Mentre Jeep ha pensato immediatamente di ritirare lo spot da tutte le piattaforme seguendo la rigorosissima (e spesso anche un po’ ottusa!) linea del politically correct, la notizia si sta già ridimensionando alla luce dei tasselli che stanno emergendo. Allora, riassumendo: il Boss in sella alla sua storica Triumph si sarebbe fermato a salutare un gruppo di fans nella penisola di Sandy Hook, avrebbe scattato alcune foto e accettato un sorso di tequila che uno di loro gli avrebbe offerto. Secondo una copia della convocazione federale resa pubblica giovedì 11 febbraio, alcuni poliziotti sarebbero rimasti lì ad osservare, salvo poi intervenire nel momento in cui Springsteen, risalito sulla sua moto, avrebbe riacceso il motore per andar via. Nel sangue gli sono stati trovati 0,02 grammi di alcol per litro, un quarto del limite legale previsto dalla legge dello Stato che è pari o superiore a 0,08 grammi per litro. Questi pare siano i fatti, al netto delle osservazioni di uno dei ranger che lo avrebbe fermato, identificato come R.L. Hayes, riportate anche in qualche fonte locale. Il problema non sta in quell’eventuale bicchierino di troppo (l’equivalente del tasso alcolico di un boccale di birra!) ma nel fatto che l’alcol è stato completamente bandito dalla Gateway National Recreation Area: le stesse accuse, secondo la legge del New Jersey, sarebbero state considerate “semplici” reati automobilistici, non crimini. A differenza di quanto asserito nei primi titoloni dei giornali di mezzo mondo, Bruce non è stato arrestato: negli Stati Uniti per un’eventuale violazione del codice stradale, si viene fermati e l’atto viene notificato a un tribunale. Motivo per il quale, Bruce dovrà presentarsi in remoto davanti a un giudice nei prossimi giorni e in quella occasione verrà deciso se dargli una multa o assolverlo. Bruce non ha commentato l’avvenuto né attraverso i suoi social media né tramite il suo portavoce. Non stiamo qui a sottolineare le contraddizioni delle dichiarazioni (Bruce “è stato collaborativo” o “si è rifiutato di sottoporsi al test”?), o a paventare un complotto – a fronte delle sue prese di posizioni anti Trump, delle sue pesanti dichiarazioni sul Black Lives Matter o, in passato, delle polemiche suscitate -proprio nell’ambiente della polizia – dalla sua “American Skin” (c’è uno shot di troppo da un lato, e ci sono 41 shots dall’altro) – o ancora a sottolineare la sospetta coincidenza della pubblicazione della notizia con lo spot della Jeep. Non vogliamo neanche assolvere chi rischia la propria e l’altrui vita mettendosi alla guida con scarso senso di responsabilità, ma sinceramente non sembrerebbe affatto  questo il caso. Qualora si appurasse un suo errore e un suo bicchierino di troppo, non dimentichiamoci che, oltre a essere il dio del rock, Bruce è anche umano e come tutti gli umani può commettere errori. Caro Bruce, conta sul sostegno incondizionato e la fiducia costante dei tuoi fans e stai pur tranquillo che Our love will not let you down!

 

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