Amicizia, legami profondi e musica nella 21° puntata di “From My Home to Yours”

“Waiting on a Friend” è stato il titolo del 21° episodio del DJ show di Bruce Springsteen andato in onda ieri 28 aprile dal canale E Street Radio di SiriusXM e tutto dedicato ai temi dell’amicizia. Tra “Blood Brothers” e amici che non ci sono più, è stato uno dei più lunghi tra i suoi spettacoli recenti, con una playlist che ha compreso cinque sue canzoni, oltre alla sua collaborazione “It’s Been a Long Time” con Southside Johnny e Steven Van Zandt e al duetto dal vivo con Alejandro Escovedo in “Always a Friend”. Leggi tutto “Amicizia, legami profondi e musica nella 21° puntata di “From My Home to Yours””

Bruce Springsteen nelle canzoni degli altri: 2010-2015 (parte IV)

Picture by Giuseppe Lucano – www.ritratticartoon.comwww.instagram.com/giuseppe.lucano/www.facebook.com/musicparodiescollection/

La maggior parte dei fans di Bruce conosce certamente il brano che Eric Church dedicò nel 2012 al Boss, intitolandolo esplicitamente “Springsteen” e che ebbe un discreto successo arrivando al n. 1 delle classifiche Country, Top 20 Pop. Ma non tutti sanno, probabilmente, che Springsteen è citato nei testi di moltissime altre canzoni, ben prima e dopo di allora. Tante le citazioni dirette a Bruce, a Springsteen, o al Boss nel testo o nel titolo addirittura; tante quelle indirette alle sue canzoni, con snippet o interi versi ripresi. In alcuni casi Bruce compare come un personaggio stesso della canzone come in “My Life Is Good” di Randy Newman o in “Talkin’ Woody, Bob, Bruce & Dan Blues” di Dan Bern. Leggi tutto “Bruce Springsteen nelle canzoni degli altri: 2010-2015 (parte IV)”

La speranza di una America migliore nell’episodio finale del podcast di Springsteen e Obama

Nell’episodio finale del podcast Renegades: Born in the USA, Bruce e Obama hanno chiuso le loro conversazioni cercando di dare risposte all’interrogativo posto fin dalla prima puntata, su come ripristinare la fede nella promessa dell’America: “Come raccontare una nuova storia che unisca il nostro Paese, che sia fedele ai nostri ideali più alti e allo stesso tempo faccia un resoconto onesto dei nostri punti deboli? – si chiede infatti Obama- Non è una cosa facile in questi tempi cinici, specialmente quando abbiamo migliaia di media e piattaforme Internet che hanno capito come arricchirsi  alimentando la rabbia e il risentimento delle persone. Leggi tutto “La speranza di una America migliore nell’episodio finale del podcast di Springsteen e Obama”

Bruce Springsteen nelle canzoni degli altri: 2000-2009 (parte III)

Album 12″ pubblicato a settembre del 1982. Include due canzoni parodia in stile Springsteen. La copertina è anche una parodia dell’album “Born To Run”.

La maggior parte dei fans di Bruce conosce certamente il brano che Eric Church dedicò nel 2012 al Boss, intitolandolo esplicitamente “Springsteen” e che ebbe un discreto successo arrivando al n. 1 delle classifiche Country, Top 20 Pop. Ma non tutti sanno, probabilmente, che Springsteen è citato nei testi di moltissime altre canzoni, ben prima e dopo di allora. Tante le citazioni dirette a Bruce, a Springsteen, o al Boss nel testo o nel titolo addirittura; tante quelle indirette alle sue canzoni, con snippet o interi versi ripresi. Leggi tutto “Bruce Springsteen nelle canzoni degli altri: 2000-2009 (parte III)”

Il live del mese LOS ANGELES SPORTS ARENA 28/04/1988

Il live rilasciato dai Bruce Springsteen Archives questo primo venerdì del mese è quello del 28 aprile 1988, ovvero l’ultimo dei 5 show tenuti da Bruce e la E Street Band – accompagnata dagli Horns of Love – alla Sports Arena di Los Angeles durante il Tunnel of Love Express Tour nel 1988. Leggi tutto “Il live del mese LOS ANGELES SPORTS ARENA 28/04/1988”

31 Marzo 1992 – HUMAN TOUCH & LUCKY TOWN

Anno 1992: Bruce Springsteen torna alla ribalta a 5 anni di distanza da “Tunnel of love” pubblicando in contemporanea  “Lucky Town” e”Human Touch”.

Leggi tutto “31 Marzo 1992 – HUMAN TOUCH & LUCKY TOWN”

“La difficoltà di essere un papà rockstar” nell’episodio 7 del podcast Renegades: Born in the USA

Nel settimo episodio del podcast Renegades: Born in the USA, intitolato “Finding Home. Fatherhood”, Bruce Springsteen e Barack Obama hanno affrontato il tema “road vs. home life” e raccontato le difficoltà di conciliare vita pubblica con quella privata e le scelte necessarie che hanno dovuto affrontare per garantire equilibrio e armonia in entrambe. E soprattutto hanno parlato di come hanno imparato – dopo l’esperienza negativa della assenza dei loro padri – a fidarsi di se stessi come genitori. Obama ha aperto l’episodio dichiarando che, nonostante il successo pubblico, sia lui che Bruce sono d’accordo sul fatto che la cosa più importante nel corso degli anni sono state le loro famiglie. “Abbiamo avuto la fortuna di trovare donne straordinarie, forti e indipendenti che ci hanno spinto, ci hanno sfidato e ci hanno dato la possibilità di mettere radici. Donne che ci hanno aiutato a diventare versioni migliori di noi stessi e ci hanno costretto a farlo continuamente, facendoci riesaminare le nostre priorità. Michelle e Patti ci hanno anche fatto il dono più grande della nostra vita; la possibilità di essere padri. Per sperimentare le gioie, le prove e la profonda umiltà di essere mariti e papà. Abbiamo passato un po’ di tempo confrontandoci su ciò che mogli e figli continuano a insegnarci, quali valori vogliamo trasmettere, quali esempi vogliamo dare e che tipo di paese vogliamo lasciare loro in eredità. Neanche nella sua autobiografia, Bruce aveva toccato questi argomenti con tanta dolcezza, umanità e intimità. Leggi tutto ““La difficoltà di essere un papà rockstar” nell’episodio 7 del podcast Renegades: Born in the USA”

Tullio De Piscopo: Ritmo & Good Vibration

Il Maestro Tullio De Piscopo ha compiuto 75 anni. Personaggio istrionico, considerato un guru dai suoi colleghi, per le sue straordinarie capacità tecniche e per la passione dirompente che trasmette attraverso la musica, è tra i batteristi e percussionisti italiani più apprezzati a livello internazionale e un artista capace come pochi di accendere emozioni nel cuore della gente. Napoletano doc, nasce il 24 febbraio 1946 da una famiglia di musicisti: il padre Giuseppe, anch’egli batterista, suonava nell’orchestra del maestro Giuseppe Anepeta, (uno dei più famosi arrangiatori e direttori d’orchestra della canzone napoletana) e Romeo, il fratello maggiore morto prematuramente, faceva parte di complessi che suonavano nella zona di Bagnoli e gravitavano attorno alla base NATO. Così se da un lato Tullio a casa ascoltava i dischi di Charlye Parker, Miles Davis, Max Roach, Kenny Klarke, Art Blakey, Philly Jo Jones dall’altro è sulla strada che imparò ad attingere le sue principali ispirazioni e a formare il suo talento: “Molti musicisti hanno copiato i grandi d’oltreoceano, io ho attinto dalla strada, dalla mia strada, tra la Pretura e il Tribunale, tutto un vociare, un suono, mille suoni, e o’ papunciello, il treno che partiva davanti al cinema Casanova per i paesi della provincia di Napoli”. Ancora teenager lavorò nei night-club di Napoli, molto frequentati dai soldati americani e a quattordici anni fu arruolato nelle compagnie di avanspettacolo che lo portarono in giro per l’Italia. Nel 1969 si trasferì a Torino, affermandosi sulla scena musicale come batterista fisso allo Swing Club, storico locale jazz dell’epoca, e nel 1971 si stabilì a Milano suonando nei gruppi di Franco Cerri e Enrico Intra. Qui incise alcuni album da solista e avviò importanti collaborazioni con artisti stranieri in tour in Europa quali Eumir Deodato, Bob James, Jerry Mulligan, Chet Baker, Tony Scott, Dave Samuels, Slide Hampton, Gato Barbieri, Billy Cobham, Don Cherry, Bob Berg, Don Moye, Wayne Shorter, Lester Bowie, Don Costa, Max Roach, Winton Marsalis, Astor Piazzolla, Manu Chao e Mory Kantè. Ma altrettanto rilevante è l’elenco delle collaborazioni con artisti italiani del calibro di Mina, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Roberto Vecchioni, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Pino Donaggio, Donatella Rettore, Gigi D’Alessio e tanti altri ancora. Autore di 27 album in studio, grandi hit come Stop Bajon (un rap composto con Pino Daniele nel 1984) e Andamento lento (con cui nel 1988 ottiene un grande successo al Festival di Sanremo e la vittoria al Festivalbar), De Piscopo ha firmato anche colonne sonore come quelle per i film Razza selvaggia e Naso di cane di Pasquale Squitieri, Mi manda Picone di Nanni Loy e 32 dicembre di Luciano De Crescenzo. Né possiamo non ricordarlo per essere stato il grandissimo batterista di Pino Daniele nei dischi “Vai mò” e “Bella ‘mbriana”, oltre che in alcuni tour tra cui quello con il “supergruppo” nel 1981 formato anche da Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo e Joe Amoruso.

Tutta la carriera di De Piscopo si è articolata su un doppio binario: il jazz puro e la musica popolare, in cui Napoli e la sua gente sono state la fonte principale di ispirazione: dalla lingua alla storia, dalla canzone classica di Sergio Bruni alle urla degli ambulanti tra le strade. I suoi pezzi sono fantastiche sonorità jazz-pop, in cui convivono venature africane e riadattamenti in chiave ritmica e rap dei rumori convulsi e antiche voci della sua città. Così come coesistono l’amore e le passioni con lo sdegno e la rabbia, attraverso ondate di un mare impetuoso che travolgono in una continua festa di suoni e di emozioni.