Bruce Springsteen, allo show di Milwaukee del 7 marzo, ricorda il famoso concerto dell’allarme bomba del 1975

Bruce, allo start del concerto tenutosi il 7 marzo all’arena Fiserv Forum, ha urlato “Milwaukee, are you loose?!”, ricordando il famoso concerto dell’allarme bomba del 75′.

Il 2 ottobre 1975, Bruce Springsteen e la E Street Band debuttarono nel Milwaukee all’Uptown Theather – è il caso di dire – in modo davvero “esplosivo”!

Infatti, dopo circa 40 minuti dall’inizio del concerto, il DJ della WQFM-FM Bob Reitman raggiunse Springsteen sul palco per avvisare i 1800 presenti di lasciare immediatamente la sala a causa di un allarme bomba. Il concerto riprese ben tre ore più tardi, con uno Springsteen che, sebbene completamente sbronzo, riuscì a portare avanti uno show straordinario fin oltre le due del mattino. “A differenza di qualsiasi altro concerto cui avevo assistito, non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo

in questo” ha raccontato Reitman al Journal Sentinel. Un cassiere dell’Uptown ricevette una telefonata minacciosa alle 08:45 p.m. – probabilmente da un antisemita ingannato dal suono “ebraico” del cognome di Bruce- che spinse il capo della sicurezza Terry Cullen a recarsi immediatamente dal promoter Allan Dulberger e dal manager di Springsteen, Jon Landau. Insieme ovviamente decisero di sospendere il concerto per tre ore, durante le quali la polizia- come ricorda lo stesso Cullen- mise sottosopra il teatro alla ricerca della famigerata bomba, che fortunatamente non fu trovata. Mentre il pubblico attendeva tranquillo al freddo in un vicino parcheggio, al bar del Pfister Hotel Springsteen e la band si rilassavano scolandosi di tutto. Alla ripresa del concerto, Bruce raccontò – attraverso un monologo delirante da predicatore invasato- di aver confidato al barman che qualcuno aveva cercato di farli saltare in aria. Poi attaccò una “esplosiva” cover di “Little Queenie” di Chuck Berry. Infine, riprese Bruce “Il barman mi ha guardato e mi ha chiesto ‘are you loose?!’ “. Springsteen cominciò a ridere e a ripetere di continuo quella frase al pubblico per tutta la serata. “Born to Run” era uscito nel mese di agosto, e Springsteen era finito sulle copertine di Time e Newsweek da pochi giorni. Ascoltando la registrazione all’Uptown, sui versi urlati in “Jungleland” e gli assoli impetuosi di Clarence Clemons al sassofono, si può concretamente sentire l’ascesa di Springsteen all’Olimpo delle rockstar. Come scrisse Damien Jaques nella sua recensione per il Milwaukee Journal “Springsteen, con un berretto calato fin sugli occhi, tra duelli alla chitarra e salti dal palco sul pubblico, mostra un’energia e una forza che vanno ben oltre la solita gestualità da palcoscenico. E’ lui il nuovo Messia del Rock”.

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