12 settembre 2003: se ne andava Johnny Cash. “Hello Big John”. Una lettera di Springsteen

Accadde oggi!

“Hello Big John, Here’s my latest!

It’s got a lot of country & folk influences and I thought you might get a kick out of it.

All my Best, Always Bruce Spingsteen.”

Il foglio, dall’archivio di famiglia Cash, non è datato, e si presume sia la lettera che accompagnava il regalo a Johnny Cash di una copia di “Nebraska”, appena uscito.

Aveva 71 anni, da tempo soffriva di gravi problemi di diabete
Il suo ultimo successo agli Mtv Music Video Award

LOS ANGELES – Johnny Cash, icona della country music, è morto a Nashville. Aveva 71 anni. Il decesso è avvenuto a causa di complicazioni dal diabete che hanno provocato un arresto respiratorio. Cash era stato dimesso dal Baptist Hospital di Nashville martedì scorso dopo tre settimane di cure per una pancreatite.

Il suo manager, Lou Robin, ha dichiarato che Johnny Cash stava ultimando un nuovo album di canzoni scritte dalla moglie June, anche lei cantante country, morta nel maggio scorso all’età di 73 anni.

Cash era una figura fondamentale per la musica country, il più noto nel genere, dagli anni Cinquanta con brani come I walk the line, Folsom prison blues e Ring of fire. La notizia della sua morte non ha colto di sorpresa i fan: da qualche anno le condizioni del musicista erano precarie.

La sua ultima sfida musicale Cash l’ha vinta la notte degli Mtv Video Music Awards, dieci giorni fa a New York, dove ha sbaragliato i giovani talenti funky e hip hop con il suo ultimo video, Hurt, in cui appariva anche la moglie June.

La malattia lo aveva già costretto in ospedale, impedendogli di partecipare alla serata al Radio City Hall, ma la sua assenza ha fatto sentire ancora più forte l’affetto tributato in suo onore dal popolo della folk-music americana.

Il video di Hurt versione riveduta e corretta della canzone dei Nine Inch Nails, aveva ottenuto ben sei nomination, tra cui quella di miglior video dell’anno, e ha vinto per la miglior realizzazione cinematografica. E proprio questa settimana, dopo il premio, Cash era rientrato nella Top 100 americana con il suo ultimo album, American IV: the man comes around.

Negli ultimi tempi Cash si era messo al lavoro duramente, come presagendo la fine: la figlia Roseanne aveva riferito che il padre registrava anche tre nuove canzoni al giorno che ormai usciranno postume. Da sempre Cash è una delle figure più importanti della musica country. Nato nel 1932 con sangue indiano nelle vene da una numerosa famiglia di contadini dell’Arkansas, Cash aiuta da bambino i genitori nella coltivazione del cotone. Alla musica si appassiona attraverso i canti in chiesa e l’ascolto del country alla radio. Poi, nel 1950, si arruola in aviazione e compie una parte del servizio militare in Germania dove acquista una chitarra e comincia a imparare a suonare da solo. Il primo contratto lo ottiene nel 1955 con la leggendaria Sun Records di Memphis, per cui incide i primi singoli. Presto si guadagna il soprannome di “The man in black”, l’uomo in nero. Nel 1957 è il primo solista della Sun a pubblicare un disco, Johnny Cash with his hot and blue guitar. Il successo ha un impatto devastante sulla sua fragile psicologia: la frenetica attività porta Cash a fare uso di sonniferi per riposare meglio e di anfetamine per riprendersi velocemente e non capita di rado che il musicista tenga concerti senza voce. A ciò si aggiungono gravi problemi familiari, dipendenza da droghe e guai giudiziari (nel 1965 viene arrestato a El Paso per introduzione illegale di pillole di anfetamina, nel 1967 viene salvato da un collasso per overdose) che lo portano in carcere dove incide, nel 1968, il suo album più noto, Johnny Cash at Folsom Prison. La versatilità nell’interpretare ballate, gospel, blues, country e rockabilly e l’incisività delle sue composizioni, ispirate alla vita e al lavoro quotidiano, fanno di Cash un vero e proprio simbolo di punto di congiunzione tra la tradizione, il country moderno e il pop commerciale. Nel 1969 inizia un fortunato programma televisivo, nel 1971 interpreta “A gunfight”, film western con Kirk Douglas e compare nella serie “Colombo” con Peter Falk. Anche la produzione musicale è di alto livello e mantiene Cash ai vertici delle classifiche con album come What is truthMan in black e Flesh and blood. Negli anni 80 inizia il declino nonostante la stima di colleghi e appassionati, ma resta comunque in classifica specialmente con Johnny 99, in cui interpreta le canzoni di Bruce Springsteen.

Poi nel 1993 il nuovo contratto con la American Records di Rick Rubin: il primo disco American recordings viene accolto trionfalmente come i seguenti, UnchainedAmerican III: Solitary man e American IV: The man comes around, il suo ultimo cd che esce quasi in contemporanea con un album di tributo che gli dedicano colleghi di tutte le generazioni.Nel febbraio scorso è stato insignito del suo ultimo Grammy, l’oscar della musica. Anche in quell’occasione era in ospedale, e dal palco, gli giunsero gli auguri e le testimonianze d’affetto di numerosi colleghi.
(La Repubblica 12 settembre 2003)

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